È tempo di dire basta alle violenze contro gli operatori sanitari.
Gli attacchi a ospedali, strutture di cura, mezzi di soccorso e personale sanitario compromettono l’assistenza nelle zone di conflitto armato, proprio dove la sanità è più indispensabile. Tragicamente, a farne le spese sono anche gli operatori sanitari stessi, che si aggiungono al numero crescente di vittime civili.
Purtroppo il fenomeno non riguarda solo i contesti internazionali: in Italia ogni anno si registrano circa 1.200 aggressioni contro lavoratori della sanità, e nel 70% dei casi le vittime sono donne.
Per mantenere alta l’attenzione su questo drammatico problema, il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha sviluppato la campagna globale “Health Care in Danger” (HCiD), volta a sensibilizzare l’opinione pubblica e sollecitare governi, istituzioni e professionisti del settore a rafforzare le misure di prevenzione e protezione.
L’obiettivo è chiaro: salvaguardare l’assistenza sanitaria in ogni circostanza, nel rispetto delle Convenzioni di Ginevra e dei principi del Diritto Internazionale Umanitario, che sanciscono la neutralità e la protezione di personale, strutture e mezzi sanitari.
In Italia, la Croce Rossa ha lanciato la campagna “Non sono un bersaglio”, con iniziative rivolte a cittadini e Istituzioni. Dal 2018 è attivo anche l’Osservatorio sulle aggressioni al personale CRI, strumento attraverso cui operatori e volontari possono segnalare episodi di violenza, minacce o danni subiti durante i servizi sanitari.